Gli inizi e le fini
Lev Šestov
Che cos’è la verità? Perché gli uomini la fuggono? A questi interrogativi Lev
Šestov cerca di dare una risposta attraverso l’analisi dell’opera e della
personalità di uno dei più grandi scrittori russi, Cechov, per poi confrontarsi
con le figure di Dostoevskij, Berdjaev e ancora di Ibsen, Spinoza, Heine,
Schopenauer, in una riflessione che abbraccia uomini di ogni epoca e di ogni
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paese e in un discorso che, abbandonando programmaticamente i canoni tradizionali della trattatistica
filosofica, tende a farsi viepiù frammentario mano mano che la sua ricerca prosegue.
Così, se nel compromesso tra la coerenza del pensiero scientifico da una parte e un’istintiva paura della
verità dall’altra l’uomo comune sceglie il mezzo, la riflessione di Šestov si indirizza piuttosto agli estremi,
verso gli inizi e le fini: per seguirlo è necessario spogliarsi di tutte le verità universalmente valide che la
ragione ci offre, rinunciare alle argomentazioni logiche e alle deduzioni che vincolano il pensiero. Non
rimane che la fede come unico strumento valido per raggiungere una verità non scientifica, bensì
filosofica e in quanto tale non obbligatoria né vincolante per nessuno.
A cura di Fabrizio Volpe.
Pagine: 170
Anno: 2011 ISBN: 978-88-7049-130-217,00 €