
Arte e stile, natura e politica, etica e comunità, sacro e profano: sono solo alcuni temi di Shinto e Zen, studio che si confronta in modo serrato con la millenaria tradizione giapponese, svelandone dèi e rituali, un cosmo vivente e un’arte intesa come imitazione del mondo metafisico. Mediante una gran quantità di testi, antichi e moderni, Antonio Medrano si rivolge direttamente all’uomo di oggi, chiamandolo a un mutamento interiore, il solo capace di generare una vera e propria «rivoluzione tradizionale», nel nome di Amaterasu – Divina Antenata del Paese del Sol Levante.
I simboli – qualunque essi siano – non possono né debbono essere considerati come il monopolio di nessuna stirpe né di alcuna corrente religiosa o spirituale, in quanto hanno un valore universale ed eterno, “avendo la capacità di esprimere simultaneamente significati multipli la connessione fra i quali non è evidente” in maniera immediata, ma può essere assimilata solo dopo adeguata meditazione, il valore per noi Occidentali dei simboli qui evocati da Evola risiede proprio nell’essere stati incarnati e vissuti da un tipo d’uomo e da un modello di civiltà finora, a nostro giudizio, ineguagliato nei secoli e continuo paradigma di tentativi e sforzi tenaci per riproporlo nel tempo.

Nel Tetrabiblos troviamo quella visione unitaria dell’universo che aveva permeato la filosofia greca. Se l’astronomia permetteva di prevedere le posizioni planetarie, l’astrologia rifletteva la sincronia con gli accadimenti terrestri. Tutto era prevedibile, ciò che accadeva in alto e ciò che accadeva in basso. Ecco allora che l’astrologia assolveva un compito preciso: esprimere l’armonia cosmica. Un invito ed un monito per ricollegare la nostra soggettiva esistenza al grande tutto, a quell’Unus Mundus di cui facciamo parte.