Uscito in Francia nel 1930 e ora riproposto in un’edizione annotata, corredata di saggi critici e approfondimenti, Il segreto della cavalleria non solo fonde l’interesse di Michelet per l’esoterismo e le atmosfere del Medio Evo, ma di fatto costituisce un’agile mappa per orientarsi in una rigogliosa foresta di simboli ancora in grado di parlare all’uomo contemporaneo, modellandone l’inconscio. Muovendosi tra mito e leggenda, storia e metastoria, l’autore ci conduce con grande disinvoltura attraverso i secoli che videro nascere le leggende del Graal e i versi dei Fedeli d’Amore, la tragedia dei Templari e le cattedrali, fino agli alchimisti e ai Rosacroce.
Un giovane e disorientato scudiero si reca da un eremita che ha vissuto e superato in Dio l’esperienza delle armi e da lui impara come
affrontare tale esperienza, come viverla, come necessariamente superarla.
Crociata e missione sono, in Raimondo Lullo, realtà non opposte, ma complementari, volte, la prima al ristabilimento di una giustizia che l’offensiva degli infedeli ha turbato, la seconda alla salvezza delle loro stessa anime

Cabala e alchimia, yoga e spiritismo, teosofia ed occultismo, sogni e fantasie letterarie: ecco alcuni dei temi affrontati in Alle frontiere dell’occulto, raccolta degli scritti esoterici di Gustav Meyrink (1868-1931), autore di indimenticabili romanzi come il Golem, La notte di Valpurga e L’angelo della finestra d’Occidente. Un volume che colma un vuoto, fondendo due antologie ormai introvabili, Alle frontiere dell’Aldilà (tradotto da Julius Evola) e Il diagramma magico. Per capire la narrativa di Meyrink, occorre affrontare anche la sua visione del mondo, antimaterialista e antiprogressista, a favore dell’immaginazione creatrice.
